martedì 12 maggio 2015

BOLIVIA: SEBASTIAN GAMARRA, CONVOCATO ALLA NAZIONALE BOLIVIANA CHE ANDRA’ ALLA COPA AMERICA, CHILE 2015.

MILANO, 12/05/2015.- Finalmente è arrivata la tanto attesa convocazione alla nazionale boliviana di calcio, quindi, è arrivato il momento di vedere il talento puro di questo giovane boliviano, chiamato “Il Pirlo boliviano” dai suoi compagni, ma anche dallo stesso mister Inzaghi, per l’intelligenza di giucco su centro campo.
Diventa realtà il sogno del giovane calciatore boliviano che milita nella squadra di calcio più premiata al mondo. Arrivato al Milan nel 2009, è senza dubbi un orgoglio per i boliviani che vivono in questo paese e soprattutto un grande contributo al calcio boliviano, che può far sognare, i boliviani in Bolivia e nel mondo.

La “FBF” (Federación Boliviana de Fútbol), inviò l’elenco dei convocati alla “Conmebol” (Confederación Sudamericana de Fútbol) nella quale compare il nome di Sebastián Gamarra tra i centrocampisti.

Questa è la lista dei convocati alla nazionale boliviana che andrà a disputare la Copa America che si che si svolgerà in Chile dal 11 giugno al 4 luglio:

PORTIERIRomel Quiñonez, Hugo Suárez, José Peñarrieta.

DIFENSORI: Diego Bejarano, Miguel Hurtado, Ramiro Ballivián, Marvin Bejarano, Leonel Morales, Abraham Cabrera, Edemir Rodriguez, Ronald Eguino, Edward Zenteno, Cristian Coimbra, Ronald Raldes.

CENTROCAMPISTIDanny Bejarano, Walter Veizaga, Damir Miranda, Alejandro Meleán, Sebastián Gamarra, Damián Lizio, Martín Smedberg Dalence, Alejandro Chumacero.

ATTACCANTI: Gustavo Pinedo, Alcides Peña, Rodrigo Ramallo, Juan Carlos Arce, Pablo Escobar, Jhasmani Campos, Marcelo Martins, Ricardo Pedriel. 


BOLIVIA: SEBASTIAN GAMARRA, CONVOCATO ALLA NAZIONALE BOLIVIANA CHE ANDRA’ ALLA COPA AMERICA, CHILE 2015.

domenica 10 maggio 2015

L’ITALIA VERSO UNA DISOCCUPAZIONE DI MASSA

E dopo le parole di George Friedman, che parla di “catastrofe sociale”, arrivano ora le parole di Ignazio Visco, nientemeno che il governatore della Banca d’Italia, che vede una disoccupazione di massa alle porte. Nel giro di 10-20 anni un lavoro su due scomparirà.

Senza innovazioni e investimenti nel capitale umano “rischiamo una disoccupazione di massa“. Lo dice il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenendo alla presentazione del libro ‘Investire in conoscenza e innovazione’, in corso alla Luiss. Visco ha sottolineato che “nel giro di 10-20 anni un lavoro su due scomparirà: cosa resta? L’innovazione – ha aggiunto – crea lavoro, ma senza creare le condizioni e investire rischiamo una disoccupazione di massa in un periodo che è di transizione e che non sarà così breve”.

Secondo il governatore di Banca Italia “anche parte dei lavori dell’industria manifatturiera italiana scompariranno” nei prossimi 10-20 anni. Visco ha premesso che “uno dei limiti piu’ grossi per cui le imprese italiane non hanno colto i vantaggi della globalizzazione e non sono state dietro al cambiamento tecnologico, sta nella natura delle imprese ma anche nell’ambiente esterno. Se anche si creasse un ambiente favorevole alle imprese e un cambiamento di mentalita’ – ha proseguito – ci troveremmo comunque con un forte ritardo culturale”. Il governatore di Banca Italia infatti, ha ricordato che “l’alfabetizzazione degli adulti italiani e’ molto bassa: il 70% degli italiani non comprende cio’ che legge o non sa come usare le informazioni scientifiche e tecnologiche che possiede. Siamo molto indietro”. Secondo Visco dunque “non e’ importante solo fare innovazione, quanto piuttosto saperla prendere l’innovazione”.

Il governatore di Banca Italia infine ha citato una serie di dati per dimostrare che la dimensione delle imprese italiane e la loro mancata crescita dipenda dagli scarsi investimenti in capitale umano: “Anche negli Stati Uniti le imprese nascono piccole come in Italia e hanno la stessa mortalita’, una su due dopo un certo periodo muore. Ma se negli Usa un’impresa comincia con 10 addetti dopo due anni questi sono 26, mentre in Italia sono 12. Questo dipende dal capitale con cui quell’impresa viene sostenuta: noi abbiamo cercato di ridurre la fiscalita’ sul capitale di rischio ma e’ drammatico che questa cosa non si sappia e che non ci sia informazione sufficiente nemmeno da parte di chi potrebbe beneficiarne. Il futuro resta difficile su questo aspetto – ha concluso Visco – senza innovazione rischiamo una disoccupazione di massa in un periodo di transizione ma che non sara’ cosi’ breve“.

La flessibilita’ del mercato del lavoro italiano ha peraltro disincentivato le imprese a investire in innovazione. Visco ha premesso che “gia’ investire in capitale umano rende molto poco in Italia perche’ l’impresa vede che non c’e’ convenienza a investire su quelli che piu’ sanno. Dall’altro lato – ha aggiunto – il maggior disincentivo a investire e’ venuto dal modo in cui e’ stato reso flessibile il mercato del lavoro: alle piccole imprese e’ convenuto investire in contratti part-time e precari per prendere giovani e fargli fare le stesse cose che facevano gli anziani. Chi doveva investire su se stesso – ha continuato Visco – ha pensato che non fosse conveniente farlo”.

fonte: Qui Finanza



L’ITALIA VERSO UNA DISOCCUPAZIONE DI MASSA